Differenza tra un sistema piu' evoluto e sistema meno evoluto, guardando ad una delle variabili, i collegamenti tra le varie componenti del sistema (>>>http://top12.freehostia.com/page1.html)
sabato 31 ottobre 2009
venerdì 30 ottobre 2009
cervelli
Perchè cervelli e non cervello? Perchè come abbiamo due mani, due occhi, due piedi, allo stesso modo abbiamo due cervelli. L'inganno nasce dal collegamento fra i due emisferi, che fa sembrare il tutto un corpo unico.
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/la-ragazza-con-meta-cervello.html
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eyeplorer2
http://eyeplorer.com/show/about.html
Il livello di comprensione di eyeplorer, assimilabile a quello di un bambino che conosce solo se stesso. Bambino che crescendo comincera', a partire dalla mamma, a pensare di non essere solo al mondo. Crescendo eyeplorer invece comincera' a conoscere l'esistenza di altri punti di vista
eyeplorer 2009: dentro i propri confini
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/eyeplorer.html
Il livello di comprensione di eyeplorer, assimilabile a quello di un bambino che conosce solo se stesso. Bambino che crescendo comincera', a partire dalla mamma, a pensare di non essere solo al mondo. Crescendo eyeplorer invece comincera' a conoscere l'esistenza di altri punti di vista
eyeplorer 2009: dentro i propri confini
mille vie e mille opzioni
vedi anche
micro e macro
micro e macro 2
navigare dal micro al macro
mille vie mille opzioni
Come si orienta una cellula in una moderna citta', dividendola per due ogni volta per passare dalle mille vie e mille opzioni di quando non sa dove sia l'indirizzo che cerca ad una via soltanto e zero opzioni quando finalmente la trova
micro e macro
micro e macro 2
navigare dal micro al macro
mille vie mille opzioni
Come si orienta una cellula in una moderna citta', dividendola per due ogni volta per passare dalle mille vie e mille opzioni di quando non sa dove sia l'indirizzo che cerca ad una via soltanto e zero opzioni quando finalmente la trova
mind mapper
Una mappa mentale semplificata, con solo la gerarchia per importanza, sui mind mapper. Per adesso uso quella di Alessio Sperlinga (chiedendo il permesso in maniera implicita), su http://www.alessiosperlinga.it/mappe/sitieblog.asp
fino a quando non riusciro' a farne una di mia
mercoledì 28 ottobre 2009
la ragazza con metà occhio
Da un articolo sul web (vedi sotto): nate con meta' cervello, con il presupposto che noi abbiamo un cervello, quando invece i cervelli sono due, come due occhi, due mani, ecc. A fianco come sarebbe l'articolo riferito agli occhi: nate con meta' occhio..
Nate con metà cervello: due storie
Questa è una di quelle storie che possiamo classificare come buone notizie. Tragedie, stranezze, curiosità e gossip hanno un potere magnetico su chi legge e ci invadono. E' invece raro trovare degli esemplari di questa 'specie in via d'estinzione'': storie di speranza. Lo spunto ce lo dà Alessandra Farkas che riporta la vicenda medica e umana di Michelle Mack, nata cone metà cervello.Michelle ha capacità linguistiche di base, è in grado di costruire frasi trovando le parole giuste e di comprendere istruzioni. Ha però problemi con l'orientamento visivo e spaziale. Questi ed altri problemi sono visibili fin dai primi mesi di vita di Michelle ma ci è voluto del tempo prima che i dottori ne capissero la causa, come spiega il documentario andato in onda sulla CNN. Solo la tenacia dei genitori ha portato alla scoperta, per quanto terribile: il 95% dell'emisfero sinistro di Michelle era stato danneggiato e reso inservibile da un ictus cerebrale pre-natale.
Come è possibile non notare un danno del genere? Sembra incredibile ma non è un caso isolato. Esiste un'altra ragazza, dal nome sconosciuto e passata sui giornali di mezzo mondo come 'la ragazza con metà cervello'. Anche nel suo caso la grave lesione è stata scoperta solo dopo diverso tempo. Qualche mese fa raccontavamo la sua storia:
L'emisfero destro del suo cervello non si è sviluppato nell'utero materno: ne é priva da sempre, e con esso rischiavano di andare perse anche molte delle capacità che attribuiamo a un essere vivente. Tra cui la vista. Nel caso di questa giovanissima paziente, da sempre vissuta con il solo emisfero sinistro, il campo visivo é perfetto.
Il miracolo é avvenuto nel complesso di nervi e fibre che collega il cervello agli occhi, ed è un chiaro segnale delle capacità adattive dell'uomo.
Approfonditi esami lo hanno mostrato chiaramente: tutti i collegamenti nervosi che avrebbero dovuto dirigersi all'emisfero destro sono stati dirottati sul sinistro, l'unico che la ragazza possieda.
Queste la parole del dottor Lars Muckli, che ha potuto seguire il caso: "Il cervello ha una plasticità incredibile ma siamo sconvolti nel vedere come l'unico emisfero esistente nella ragazza abbia agito per compensare quello mancante". E, più importante ancora: "Nonostante le manchi un emisfero la ragazza ha normali capacità psicologiche ed è perfettamente capace di vivere in normalità: è spiritosa, intelligente e affascinante".
Due vite normali, due storie incredibili.
natura e uomo
Differenze tra la natura, speculare in molti aspetti (tutti?) e il pensiero dell'uomo su come funziona il proprio pensiero
speculare
isole
Le pagine del blog gradiniemappe ad agosto, agli inizi. Sei pagine tutte collegate tra loro, rappresentate nelle immagini da un'isola. Da ogni isola e' possibile recarsi in ogni altra isola. All'aumentare del numero di isole, pero', non sara' piu' ne' pratico ne' conveniente fare tutti i collegamenti. Su
http://top12.freehostia.com/page1.html qual'è la maniera ottimale di collegare tra loro le isole quando il loro numero comincera' a crescre?
http://top12.freehostia.com/page1.html qual'è la maniera ottimale di collegare tra loro le isole quando il loro numero comincera' a crescre?
giovedì 22 ottobre 2009
uno, due o tre
vedi anche
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Email al professor Zanniello, che non vede cambiamenti da fare nella spartizione degli spazi nelle sale lettura (ultima email). Se qualche responsabile di qualche sala lettura fosse invece d'accordo con me che una ripartizione a tre spazi invece che ad uno o due (http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/biblioteca.html) porterebbe dei benefici ai lettori/studenti e volesse provare a sperimentare, puo' inviarmi una email scrivendo a francescobarnabachiocciolayahoo.it per un progetto collaborativo.
Gentile prof. Giuseppe Zanniello, buongiorno. Mi chiamo Barnaba Francesco e scrivo a proposito dell'articolo sul Corriere della Sera a proposito delle classi miste oppure separate. Possibile che non si possa attuare una soluzione mista, come dalle immagini che seguono, dando la possi
bilita' allo studente di scegliere la classe che piu' gli aggrada, e tenendo conto anche della diversita' dei vari studenti e dei diversi stati emotivi di uno stesso studente, per cui in certi momenti ha bisogno di piu' concentrazione e di non vedere donne mentre magari in altri momenti piu' rilassati puo' anche permettersi di avere una donna nei banchi di fronte? Grazie
________________________
> Stamattina si delira alla grande, direi...
> saluti allo studente Francesco Barnaba (prima il nome, ragazzo, il cognome
> sempre dopo...e con "rispondi a tutti" si coinvolge tutto un indirizzario in
> un dialogo tra lei e il prof. Zanniello) e ai colleghi coinvolti in
una
> questione cotanto interessante e urgente ;-) Buona giornata Ida Fazio
________________________
scusate, ma in questo modello educativo le donne appaiono e sco
mpaiono in risposta
alle esigenze maschili di concentrazione o relax? Sen e Nussbaum parlano di "donne
mancanti" ma pensavo si trattasse di un fenomeno legato al mancato sviluppo dei paesi
post-coloniali, invece... non si smette mai di imparare!
buon lavoro a tutti
Serena Marcenò
--Serena Marcenò
Dipartimento di Arti e Comunicazioni
Università di Palermo
V.le delle Scienze - Edificio 15
90128 Palermo
________________________
Egregio signore
non bisogna confondere le diverse finalità di una biblioteca e di una scuola. E' bene che le biblioteche restino così come sono e che le persone si concentrino nella lettura dei libri e delle riviste indipendentemente da chi condivide con loro la sala di lettura.E' bene che la scuola rispetti i diversi ritmi e stili di apprendimento dei soggetti maschili e femminili e che contribuisca a valorizzare le loro specifiche identità di genere mediante la cultura.
G. Zanniello
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Email al professor Zanniello, che non vede cambiamenti da fare nella spartizione degli spazi nelle sale lettura (ultima email). Se qualche responsabile di qualche sala lettura fosse invece d'accordo con me che una ripartizione a tre spazi invece che ad uno o due (http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/biblioteca.html) porterebbe dei benefici ai lettori/studenti e volesse provare a sperimentare, puo' inviarmi una email scrivendo a francescobarnabachiocciolayahoo.it per un progetto collaborativo.
Gentile prof. Giuseppe Zanniello, buongiorno. Mi chiamo Barnaba Francesco e scrivo a proposito dell'articolo sul Corriere della Sera a proposito delle classi miste oppure separate. Possibile che non si possa attuare una soluzione mista, come dalle immagini che seguono, dando la possi
bilita' allo studente di scegliere la classe che piu' gli aggrada, e tenendo conto anche della diversita' dei vari studenti e dei diversi stati emotivi di uno stesso studente, per cui in certi momenti ha bisogno di piu' concentrazione e di non vedere donne mentre magari in altri momenti piu' rilassati puo' anche permettersi di avere una donna nei banchi di fronte? Grazie
________________________
> Stamattina si delira alla grande, direi...
> saluti allo studente Francesco Barnaba (prima il nome, ragazzo, il cognome
> sempre dopo...e con "rispondi a tutti" si coinvolge tutto un indirizzario in
> un dialogo tra lei e il prof. Zanniello) e ai colleghi coinvolti in
una
> questione cotanto interessante e urgente ;-) Buona giornata Ida Fazio
________________________
scusate, ma in questo modello educativo le donne appaiono e sco
mpaiono in risposta
alle esigenze maschili di concentrazione o relax? Sen e Nussbaum parlano di "donne
mancanti" ma pensavo si trattasse di un fenomeno legato al mancato sviluppo dei paesi
post-coloniali, invece... non si smette mai di imparare!
buon lavoro a tutti
Serena Marcenò
--Serena Marcenò
Dipartimento di Arti e Comunicazioni
Università di Palermo
V.le delle Scienze - Edificio 15
90128 Palermo
________________________
Egregio signore
non bisogna confondere le diverse finalità di una biblioteca e di una scuola. E' bene che le biblioteche restino così come sono e che le persone si concentrino nella lettura dei libri e delle riviste indipendentemente da chi condivide con loro la sala di lettura.E' bene che la scuola rispetti i diversi ritmi e stili di apprendimento dei soggetti maschili e femminili e che contribuisca a valorizzare le loro specifiche identità di genere mediante la cultura.
G. Zanniello
lunedì 19 ottobre 2009
fusione 3
Vedi anche fusione
fusione 2
Fintanto che le due mappe saranno ad una certa distanza, saranno distinte una dall'altra e potranno conservare le proprie gerarchie
fusione 2
Fintanto che le due mappe saranno ad una certa distanza, saranno distinte una dall'altra e potranno conservare le proprie gerarchie
fusione 2
vedi anche fusione
fusione 3
Unione tra due mappe (tratte da http://www.lemappementali.splinder.com/). Se trattano lo stesso argomento, due mappe si uniscono a formare una terza mappa. Delle due voci dominanti nelle due mappe separate una sara' la voce dominante della nuova mappa risultante (oppure un miscuglio con pezzi dell'una e pezzi dell'altra)
Questo è quello che si vede, una mappa. Che è un po' come una molecola, o una galassia, cioe' l'unione di tante mappe fuse una dentro l'altra
fusione 3
Unione tra due mappe (tratte da http://www.lemappementali.splinder.com/). Se trattano lo stesso argomento, due mappe si uniscono a formare una terza mappa. Delle due voci dominanti nelle due mappe separate una sara' la voce dominante della nuova mappa risultante (oppure un miscuglio con pezzi dell'una e pezzi dell'altra)
qui è il contrario, ha la meglio la voce in verde
mie mappe
Mie mappe, piu' che altro mappe degli altri riadattate. Riadatto le mappe degli altri perchè non ne ho mai fatta una e sono interessato piu' a trovare nuove vie che non percorrere quelle gia' esplorate e riesplorate, per cui mi affranco, ringraziando per il lavoro gia' compiuto da altri mind-mapper, dalla fatica di gerarchizzare o concettualizzare un qualcosa, cioè redigere una mind-map, ipotizzando che da quel punto di vista sia gia' stato detto tutto e non ci sia niente da aggiungere.
fusione
vedi anche fusione 2
fusione 3
Due mappe di Astrid Morganne (http://lemappementali.splinder.com/). Una mappa non è mai un qualcosa di distinto dalle altre mappe, ma il risultato di mappe su mappe che nel tempo si uniscono (e dividono) tra loro, a seconda che si trovi o meno un metro comune. Fintanto che nel cervello due pensieri (due mappe) sono posti in due ambienti separati, ogni pensiero mantiene le sue gerarchie. Quando invece per una qualche esigenza i due pensieri sono posti all'interno dello stesso ambiente, il cervello li unisce tra loro creando nuove gerarchie adattate al pensiero dominante
fusione 3
Due mappe di Astrid Morganne (http://lemappementali.splinder.com/). Una mappa non è mai un qualcosa di distinto dalle altre mappe, ma il risultato di mappe su mappe che nel tempo si uniscono (e dividono) tra loro, a seconda che si trovi o meno un metro comune. Fintanto che nel cervello due pensieri (due mappe) sono posti in due ambienti separati, ogni pensiero mantiene le sue gerarchie. Quando invece per una qualche esigenza i due pensieri sono posti all'interno dello stesso ambiente, il cervello li unisce tra loro creando nuove gerarchie adattate al pensiero dominante
venerdì 16 ottobre 2009
Maschi e femmine, classi separate
vedi anche
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Nella scuola si riscopre la differenza di genere.
Maschi e femmine, classi separate
Le ragazze tra loro studiano meglio
Nel mondo 40 milioni di alunni in 210 mila istituti vanno in aula divisi per sesso. I successi in Gran Bretagna
Il compagno di banco può essere un peso. Se è maschio. Perché si distrae, crea confusione, catalizza l’attenzione del professore. «È dimostrato che nelle classi di sole ragazze il livello di apprendimento è migliore», spiega Giuseppe Zanniello, ordinario di Didattica e pedagogia speciale a Palermo. È quel che confermano anche altre ricerche e altre esperienze: dai college della borghesia inglese, ai quartieri ghetto delle metropoli americane. Così, dopo trent’anni in cui nessuno ha messo in discussione il principio delle classi miste, molte scuole stanno rilanciando la separazione: femmine in un’aula, maschi in un’altra. E per socializzare? Ci sono gli amici, le feste e lo sport. Ma fuori da scuola, dove invece «bisogna studiare» e la carica ormonal-caciarona dei maschietti pare non faccia affatto bene. «Né alle femminucce, né agli stessi ragazzi». In Italia, i pasdaran delle «classi omogenee» sono ancora pochi. Ma determinati: respingono ogni accusa di sessismo e rivendicano il loro modello. Con orgoglio. E con qualche argomentazione pedagogica che forse vale la pena ascoltare
Educazione omogenea
Sono più di 210 mila le scuole che, in tutto il mondo, educano oltre 40 milioni di bambini secondo i principi delle differenze di genere. Si chiamano single sex school e, anno dopo anno, stanno minando il dogma della «coeducazione», quel traguardo che, dalla fine degli anni Sessanta, sembrava aver messo la parola fine a ogni discussione sulla pedagogia applicata ai sessi. La tesi che sta alla base del progetto: maschi e femmine sono talmente diversi fisicamente e psicologicamente che sarebbe un errore pretendere che possano fare le stesse cose (per esempio imparare a scrivere) alla stessa età. Meglio tenerli separati. «L’obiettivo — hanno spiegato pedagogisti, psicologi e presidi durante l’ultimo Congresso dell'European Association Single-Sex Education (Easse), lo scorso 24 aprile a Roma — sono le pari opportunità». Per tutti. Perché «se da una parte la presenza maschile limita la leadership femminile, dall’altra i ragazzi sono svantaggiati dal più rapido sviluppo delle compagne».
Discriminazioni e valutazione
Della serie: fai confusione, urla, comportati male e vedrai che conquisti il professore. Sembra un paradosso, ma gli studi presentati lo scorso mese a Roma evidenziano come gli insegnanti diano più retta — non fosse altro che per tenerli a bada — agli alunni maschi e tendano a favorirli nei voti. Risultato: le ragazze sono trascurate e meno apprezzate. E in più «si perdono» nel cercare di farsi accettare dai compagni, entrando anche in conflitto con le coetanee. «Nelle classi omogenee, invece — analizza Klement Polacek, docente emerito della Pontificia università Salesiana di Roma — non solo raggiungono performance migliori, ma emergono nelle materie tecnico scientifiche, a loro solitamente precluse per colpa di uno stereotipo di genere». Anche i ragazzi ne «escono bene »: senza la concorrenza femminile, subiscono meno il gender gap, la differenza di apprendimento.
La rincorsa italiana
Classi omogenee, un possibile modello educativo. I primi ad applicarlo sono stati gli inglesi: nel Regno Unito le single sex school sono 1.092, di cui 416 statali. I risultati, ottimi: tra i dieci migliori istituti del Paese, solo uno è misto. Berlino conta 180 scuole pubbliche omogenee, la Francia 238, mentre negli ultimi sette anni gli Stati Uniti hanno convertito 540 istituti pubblici da misti a differenziati. E in Italia? Un gruppo di genitori milanesi, riunito nell’associazione Faes (Famiglia e scuola), ha fatto nascere dal 1974 a oggi 14 istituti paritari (3 mila alunni dal nido alle superiori) a Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Verona, Milano. Le caratteristiche: metodo tutoriale, partecipazione dei genitori e, naturalmente, didattica differenziata per sessi. «Ma il nostro punto cardine — precisa Carmen Pontieri, presidente della Conferenza dei centri Faes — è l’educazione personalizzata di cui l’omogeneità è una conseguenza, non la causa». Le iscrizioni ai centri Faes sono in crescita. «Aumenta l’interesse nei nostri confronti», riconosce la dirigente. La stessa Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura alla Camera, al congresso di Roma ha spiegato: «Ogni forma di omologazione riduce la pienezza della persona-donna e della persona-uomo. La scuola italiana ha il dovere di fornire una pluralità di modalità educative». Un’apertura che lascerebbe supporre l’ingresso dell’educazione omogenea nel sistema pubblico. «Ma solo nell’ambito dell’autonomia e con il consenso dei genitori — precisa la parlamentare — e senza leggi ad hoc».
Il caso del Bronx
Se in Italia le classi differenziate sono un’esclusiva delle scuole paritarie (e dunque a pagamento), negli Stati Uniti diventano sinonimo di riscatto sociale per i ceti poveri. È il caso della Young Women’s leadership school di New York, istituto del Bronx nato nel 1996 e frequentato da sole alunne che nel 70 per cento dei casi vivono al di sotto della soglia di povertà. «I fondatori — racconta Josep Barnils, ideatore dell’Easse — si resero conto che le studentesse vivevano in una realtà dominata dai maschi. Un anno dopo tutte le tensioni erano sparite». Nel 2002 si è iscritto all’università il 96 per cento di quelle giovani del Bronx. A New York la media è del 50 per cento.
I contrari
Le critiche alla scuola omogenea non mancano: «Si torna indietro di 40 anni»; «Dividere maschi e femmine è frutto di fobia sessista»: «È una forma di discriminazione». Tra gli scettici c’è lo psicologo Fulvio Scaparro: «Il contatto tra generi è un arricchimento: rimanendo separati si perde la relazione con l’altro sesso in un’età in cui c’è bisogno di conoscersi e stare vicini. Insomma, in nome di un eventuale profitto 'superlativo', il prezzo da pagare mi sembra troppo alto». Anche la scrittrice (e professoressa) Paola Mastrocola è perplessa: «Sarebbe bello potersi permettere il lusso di riflettere su certe questioni. Ma i problemi della scuola, oggi, sono altri». Scaparro una soluzione — provocatoria — ce l’avrebbe: «Se il contatto tra generi è così pericoloso in classe, allora può esserlo anche sul lavoro. Dividiamo gli uffici: perché a scuola sì e negli altri posti no?».
Annachiara Sacchi
Corriere della Sera 10 maggio 2009
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Nella scuola si riscopre la differenza di genere.
Maschi e femmine, classi separate
Le ragazze tra loro studiano meglio
Nel mondo 40 milioni di alunni in 210 mila istituti vanno in aula divisi per sesso. I successi in Gran Bretagna
Il compagno di banco può essere un peso. Se è maschio. Perché si distrae, crea confusione, catalizza l’attenzione del professore. «È dimostrato che nelle classi di sole ragazze il livello di apprendimento è migliore», spiega Giuseppe Zanniello, ordinario di Didattica e pedagogia speciale a Palermo. È quel che confermano anche altre ricerche e altre esperienze: dai college della borghesia inglese, ai quartieri ghetto delle metropoli americane. Così, dopo trent’anni in cui nessuno ha messo in discussione il principio delle classi miste, molte scuole stanno rilanciando la separazione: femmine in un’aula, maschi in un’altra. E per socializzare? Ci sono gli amici, le feste e lo sport. Ma fuori da scuola, dove invece «bisogna studiare» e la carica ormonal-caciarona dei maschietti pare non faccia affatto bene. «Né alle femminucce, né agli stessi ragazzi». In Italia, i pasdaran delle «classi omogenee» sono ancora pochi. Ma determinati: respingono ogni accusa di sessismo e rivendicano il loro modello. Con orgoglio. E con qualche argomentazione pedagogica che forse vale la pena ascoltare
Educazione omogenea
Sono più di 210 mila le scuole che, in tutto il mondo, educano oltre 40 milioni di bambini secondo i principi delle differenze di genere. Si chiamano single sex school e, anno dopo anno, stanno minando il dogma della «coeducazione», quel traguardo che, dalla fine degli anni Sessanta, sembrava aver messo la parola fine a ogni discussione sulla pedagogia applicata ai sessi. La tesi che sta alla base del progetto: maschi e femmine sono talmente diversi fisicamente e psicologicamente che sarebbe un errore pretendere che possano fare le stesse cose (per esempio imparare a scrivere) alla stessa età. Meglio tenerli separati. «L’obiettivo — hanno spiegato pedagogisti, psicologi e presidi durante l’ultimo Congresso dell'European Association Single-Sex Education (Easse), lo scorso 24 aprile a Roma — sono le pari opportunità». Per tutti. Perché «se da una parte la presenza maschile limita la leadership femminile, dall’altra i ragazzi sono svantaggiati dal più rapido sviluppo delle compagne».
Discriminazioni e valutazione
Della serie: fai confusione, urla, comportati male e vedrai che conquisti il professore. Sembra un paradosso, ma gli studi presentati lo scorso mese a Roma evidenziano come gli insegnanti diano più retta — non fosse altro che per tenerli a bada — agli alunni maschi e tendano a favorirli nei voti. Risultato: le ragazze sono trascurate e meno apprezzate. E in più «si perdono» nel cercare di farsi accettare dai compagni, entrando anche in conflitto con le coetanee. «Nelle classi omogenee, invece — analizza Klement Polacek, docente emerito della Pontificia università Salesiana di Roma — non solo raggiungono performance migliori, ma emergono nelle materie tecnico scientifiche, a loro solitamente precluse per colpa di uno stereotipo di genere». Anche i ragazzi ne «escono bene »: senza la concorrenza femminile, subiscono meno il gender gap, la differenza di apprendimento.
La rincorsa italiana
Classi omogenee, un possibile modello educativo. I primi ad applicarlo sono stati gli inglesi: nel Regno Unito le single sex school sono 1.092, di cui 416 statali. I risultati, ottimi: tra i dieci migliori istituti del Paese, solo uno è misto. Berlino conta 180 scuole pubbliche omogenee, la Francia 238, mentre negli ultimi sette anni gli Stati Uniti hanno convertito 540 istituti pubblici da misti a differenziati. E in Italia? Un gruppo di genitori milanesi, riunito nell’associazione Faes (Famiglia e scuola), ha fatto nascere dal 1974 a oggi 14 istituti paritari (3 mila alunni dal nido alle superiori) a Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Verona, Milano. Le caratteristiche: metodo tutoriale, partecipazione dei genitori e, naturalmente, didattica differenziata per sessi. «Ma il nostro punto cardine — precisa Carmen Pontieri, presidente della Conferenza dei centri Faes — è l’educazione personalizzata di cui l’omogeneità è una conseguenza, non la causa». Le iscrizioni ai centri Faes sono in crescita. «Aumenta l’interesse nei nostri confronti», riconosce la dirigente. La stessa Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura alla Camera, al congresso di Roma ha spiegato: «Ogni forma di omologazione riduce la pienezza della persona-donna e della persona-uomo. La scuola italiana ha il dovere di fornire una pluralità di modalità educative». Un’apertura che lascerebbe supporre l’ingresso dell’educazione omogenea nel sistema pubblico. «Ma solo nell’ambito dell’autonomia e con il consenso dei genitori — precisa la parlamentare — e senza leggi ad hoc».
Il caso del Bronx
Se in Italia le classi differenziate sono un’esclusiva delle scuole paritarie (e dunque a pagamento), negli Stati Uniti diventano sinonimo di riscatto sociale per i ceti poveri. È il caso della Young Women’s leadership school di New York, istituto del Bronx nato nel 1996 e frequentato da sole alunne che nel 70 per cento dei casi vivono al di sotto della soglia di povertà. «I fondatori — racconta Josep Barnils, ideatore dell’Easse — si resero conto che le studentesse vivevano in una realtà dominata dai maschi. Un anno dopo tutte le tensioni erano sparite». Nel 2002 si è iscritto all’università il 96 per cento di quelle giovani del Bronx. A New York la media è del 50 per cento.
I contrari
Le critiche alla scuola omogenea non mancano: «Si torna indietro di 40 anni»; «Dividere maschi e femmine è frutto di fobia sessista»: «È una forma di discriminazione». Tra gli scettici c’è lo psicologo Fulvio Scaparro: «Il contatto tra generi è un arricchimento: rimanendo separati si perde la relazione con l’altro sesso in un’età in cui c’è bisogno di conoscersi e stare vicini. Insomma, in nome di un eventuale profitto 'superlativo', il prezzo da pagare mi sembra troppo alto». Anche la scrittrice (e professoressa) Paola Mastrocola è perplessa: «Sarebbe bello potersi permettere il lusso di riflettere su certe questioni. Ma i problemi della scuola, oggi, sono altri». Scaparro una soluzione — provocatoria — ce l’avrebbe: «Se il contatto tra generi è così pericoloso in classe, allora può esserlo anche sul lavoro. Dividiamo gli uffici: perché a scuola sì e negli altri posti no?».
Annachiara Sacchi
Corriere della Sera 10 maggio 2009
biblioteca
vedi anche
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Organizzazione degli spazi, nelle immagini una biblioteca, al giorno d'oggi, in riferimento al sesso: si passa da un estremo all'altro, o tutti insieme o divisi, senza tenere conto di una terza possibilita', insieme e divisi allo stesso tempo, dando la possibilita' all'utente di scegliere la soluzione a lui piu' adatta, come nella terza e quarta sottoimmagine della prima immagine
oggi: articolo del corriere sulla organizzazione degli spazi http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/maschi-e-femmine-classi-separate.html
biblioteca
maschi-e-femmine-classi-separate
uno due o tre
Organizzazione degli spazi, nelle immagini una biblioteca, al giorno d'oggi, in riferimento al sesso: si passa da un estremo all'altro, o tutti insieme o divisi, senza tenere conto di una terza possibilita', insieme e divisi allo stesso tempo, dando la possibilita' all'utente di scegliere la soluzione a lui piu' adatta, come nella terza e quarta sottoimmagine della prima immagine
oggi: articolo del corriere sulla organizzazione degli spazi http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/maschi-e-femmine-classi-separate.html
giovedì 15 ottobre 2009
complessita'
Una raccolta di ricerche sulla complessita' (http://www.visualcomplexity.com/vc/)
si arriva alla piu' piccola delle complessita', l'interazione fra tre corpi passaggio obbligato per comprendere le interazioni fra tanti corpi.
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/navigare-dal-micro-al-macro.html
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/micro-e-macro.html
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/on-off.html
http://gradiniemappe.blogspot.com/2009/10/livelli.html
Due pensieri non formano una mappa mentale
max 7
Una regola del mondo atomico: attorno al nucleo possono esserci al massimo 7 gusci con elettroni orbitanti. E' una regola che vale solo per il mondo atomico, o vale per tutto (tutto quello che è organizzato in gusci)? Se l'atomo segue quella regola per qualche particolarita' del nostro universo per cui non puo' (oppure non gli conviene) avere 8 gusci, quello che è venuto dopo l'atomo, per esempio windows xp, deve seguire la stessa regola (oppure ha la massima convenienza a seguire quella regola)?
Schematizzando l'appartenza del mondo atomico ad una cartella con la regola max7, massimo 7 gusci, è una regola che vale solo per gli atomi o all'interno della cartella max 7 si possono trascinare altre realta' dei sistemi composti da sistemi e sottosistemi, come per esempio windows xp (o una mappa mentale, i quartieri di una citta', i posti a sedere in un ristorante)?
Schematizzando l'appartenza del mondo atomico ad una cartella con la regola max7, massimo 7 gusci, è una regola che vale solo per gli atomi o all'interno della cartella max 7 si possono trascinare altre realta' dei sistemi composti da sistemi e sottosistemi, come per esempio windows xp (o una mappa mentale, i quartieri di una citta', i posti a sedere in un ristorante)?
Una directory in windows xp. Le cartelle di un sistema operativo sono regolate dalle stesse leggi che regolano il mondo atomico? Devono stare fuori o dentro la cartella max7?
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